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lunedì 4 aprile 2022

Il luogo della verità

Da "La sinistra assente", di D.Losurdo, Carocci 2014, pp.94-95

(Ringrazio l'amico Maurizio Fratta per la segnalazione)



Il luogo della verità non è la singola proposizione bensì l'argomentazione,

di cui occorre indagare la concatenazione e la coerenza: questa tesi e questa

messa in guardia di Hegel appaiono più che mai essenziali oggi che la

verità, più ancora che a una proposizione semplice ed elementare, è ridotta

a una percezione che vorrebbe essere immediata e incontrovertibile ma è

in realtà provocata da un'immagine, se non sapientemente manipolata, in

ogni caso selezionata in modo accurato e strumentale. È in questo senso

che, per dirla con Debord, nella società dello spettacolo (e, soprattutto,

nella società che trasforma lo spettacolo in tecnica di guerra), ammesso che

ci sia ancora spazio per «il vero», esso è soltanto «un momento

del falso». Le immagini (i neonati scaraventati fuori dall'incubatrice, il cormorano

che affoga ecc.) sono chiamate a tunzionare a guisa di smoking gun ovvero di 

«pistola fumante»; a questo punto a nessuno è lecito mettere in dubbio la ferocia

del nemico e a nessuno è lecito ostacolare o intralciare la lotta contro il

Male. Abbiamo visto che obiettivo esplicito e dichiarato della Psywar è di

bollare il nemico quale incarnazione di Satana. Con l'avvento di Internet

e dei nuovi media, tale tecnica acquisisce un'efficacia micidiale: «La lotta

viene prima rappresentata come un duello tra il prepotente e il prevaricato

indifeso, e poi rapidamente trasfigurata in una contrapposizione frontale

tra il Bene e il Male assoluti». In queste circostanze, ben lungi dall'essere

strumento di libertà, i nuovi media producono il risultato contrapposto.

Siamo in presenza di una tecnica di manipolazione, che «restringe fortemente

la libertà di scelta degli spettatori»; «gli spazi per l'analisi razionale

vengono compressi al massimo, in particolare sfruttando l'effetto emotivo

della rapida successione delle immagini» (Dottori, 2001, pp. 43-4). È

per l'appunto il terrorismo multimediale dell'indignazione.


[DOTTORI G. (2011), Disinformacija. L'uso strategico del falso nel caso libico, in "Limes. Rivista italiana di geopolitica", i, pp. 43-9.]

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