Da "La sinistra assente", di D.Losurdo, Carocci 2014, pp.94-95
(Ringrazio l'amico Maurizio Fratta per la segnalazione)
Il luogo della verità non è la singola proposizione bensì l'argomentazione,
di cui occorre indagare la concatenazione e la coerenza: questa tesi e questa
messa in guardia di Hegel appaiono più che mai essenziali oggi che la
verità, più ancora che a una proposizione semplice ed elementare, è ridotta
a una percezione che vorrebbe essere immediata e incontrovertibile ma è
in realtà provocata da un'immagine, se non sapientemente manipolata, in
ogni caso selezionata in modo accurato e strumentale. È in questo senso
che, per dirla con Debord, nella società dello spettacolo (e, soprattutto,
nella società che trasforma lo spettacolo in tecnica di guerra), ammesso che
ci sia ancora spazio per «il vero», esso è soltanto «un momento
del falso». Le immagini (i neonati scaraventati fuori dall'incubatrice, il cormorano
che affoga ecc.) sono chiamate a tunzionare a guisa di smoking gun ovvero di
«pistola fumante»; a questo punto a nessuno è lecito mettere in dubbio la ferocia
del nemico e a nessuno è lecito ostacolare o intralciare la lotta contro il
Male. Abbiamo visto che obiettivo esplicito e dichiarato della Psywar è di
bollare il nemico quale incarnazione di Satana. Con l'avvento di Internet
e dei nuovi media, tale tecnica acquisisce un'efficacia micidiale: «La lotta
viene prima rappresentata come un duello tra il prepotente e il prevaricato
indifeso, e poi rapidamente trasfigurata in una contrapposizione frontale
tra il Bene e il Male assoluti». In queste circostanze, ben lungi dall'essere
strumento di libertà, i nuovi media producono il risultato contrapposto.
Siamo in presenza di una tecnica di manipolazione, che «restringe fortemente
la libertà di scelta degli spettatori»; «gli spazi per l'analisi razionale
vengono compressi al massimo, in particolare sfruttando l'effetto emotivo
della rapida successione delle immagini» (Dottori, 2001, pp. 43-4). È
per l'appunto il terrorismo multimediale dell'indignazione.
[DOTTORI G. (2011), Disinformacija. L'uso strategico del falso nel caso libico, in "Limes. Rivista italiana di geopolitica", i, pp. 43-9.]
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