martedì 20 agosto 2019

Scenari paurosi

Scenari paurosi. Tutto per il bene dell'umanità, naturalmente. Qualcuno cita giustamente il Ministero dell'Amore di orwelliana memoria, ma sono cose vecchie, scritte quando si usavano ancora le cabine telefoniche...

2 commenti:

  1. Chiedo scusa se il mio intervento non è legato all'oggetto dell'articolo ma credo e spero che il tema che vi sottopongo sia più importante delle teorie sbilenche della ricercatrice Maddalena Marini, sia detto con il massimo rispetto (sapete se riesce a far passare anche i pregiudizi contre le suocere, per caso? :)

    Dopodiché: a luglio il Senato ha approvato la riduzione del numero dei parlamentari. Ho sperato a lungo che qualcuno affrontasse pubblicamente il tema, visto quanto è importante; invece, silenzio di tomba. Posso capire il silenzio delle voci del mainstream e per le quali questa "riforma" è un gran bel passo avanti verso la demolizione definitiva della Costituzione materiale ma il silenzio di coloro che si sono opposti alla visione del mondo mainstream (e penso a menti illuminate quali Claudio Borghi, Luciano Barra Caracciolo ed altri) mi lascia molto perplesso.

    Che la rappresentanza dei cittadini sia il cardine della forma di governo che noi chiamiamo "democrazia rappresentativa" è banale ma non semplice e forse, visto il silenzio che circonda l'argomento, giova ripeterlo.

    Qualsiasi riduzione della rappresentanza dei cittadini equivale ipso facto ad una riduzione della democrazia rappresentativa. Se questa fosse la "mia" opinione personale non ci sarebbe alcun problema; purtroppo abbiamo alle spalle 2.500 di storia che ce lo insegnano.

    Le motivazioni per opporsi ad una "riforma" del genere sono talmente tante che rischierei di diventare prolisso, per cui mi limito a segnalarne tre.

    1) il metodo: viene ridotta la rappresentanza dei cittadini senza che i cittadini siano minimamente inclusi nel processo decisionale. Nessuno che ne parli pubblicamente, come se il tema fosse qualcosa che non ci riguarda. Non penso che tutte le discussioni debbano essere pubbliche ma quando hanno una portata di questo tipo dovrebbe esserlo, se vogliamo continuare a chiamarci "democrazia".

    2) il perché: stiamo diminuendo la rappresentanza dei cittadini perché 600 parlamentari costano meno di 915. Questa è la motivazione che viene fornita dalle forze politiche che hanno approvato la "riforma". Se non avessi letto certi libri magari ci crederei anche io ma dopo aver letto, tra le altre cose, "Il tramonto dell'euro", non so se mettermi a ridere o a piangere. Stiamo mettendo il cartellino del prezzo alla democrazia e ci stiamo accorgendo che costa troppo? Riduciamo la democrazia per ridurre il debito pubblico... che come sappiamo tutti, non ha nulla a che vedere con la crisi in cui siamo oggi? I tagli alla spesa pubblica che hanno chiuso ospedali e stanno devastando la nazione, adesso gli stessi tagli li facciamo alla democrazia? Non ho parole.

    3) Se c'è una costante che si ritrova nella "storia politica", dall'Atene classica ad oggi, è questa: quando le oligarchie vogliono ridurre il peso dei cittadini operano sempre in due direzioni:
    - riduzione del corpo elettorale;
    - riduzione del numero degli eletti.
    Con le dovute differenze di epoca, questi due metodi sono stati sempre applicati. Che si tratti del colpo di stato del 404 a.C. o della Legge Acerbo del 1924, la dinamica è sempre la stessa. Dinamica che si ritrova negli studi di Vilfredo Pareto, Gaetano Mosca o Roberto Michels, quindi siamo ben lontani dalle "mie" opinioni.
    Sarebbe belle sentire qualche altra voce in merito.

    Chinacat

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  2. PS

    Un ultima cosa: nel 1948 c'era 1 deputato ogni 46.000 elettori; nel 2018 siamo passati a 1 deputato ogni 73.000 elettori. Nel 1948 l'Italia contava circa 29 milioni di aventi diritto al voto, che nel 2018 sono diventati circa 46 milioni.
    Se passa questa "riforma" passiamo ad 1 deputato ogni 115.000 elettori.
    Ora: non sono un matematico ma ad occhio direi che stiamo andando nella direzione opposta a quella indicata dai padri costituenti (e anche del buon senso, direi).
    Ci vorrebbero più deputati e non meno, per garantire la rappresentatività di una società molto più complessa e meno eterogenea di quella del 1948.
    E se è vero che l'Unione Europea è un esempio di mancanza di rappresentanza macroscopico, vedi i cittadini greci messi sul lastrico da un tizio che nessun greco ha mai eletto, allora ridurre questa rappresentanza anche dentro casa nostra è un favore strepitoso alle élite: gli costa meno comperarne 600 che 915, giusto?
    Guarda caso, è lo stesso problema che si trovarono di fronte i partiti liberali quando si passò al suffragio universale: finché eravamo pochi andava tutto bene ma come si fa a controllare oltre 100 deputati socialisti?! (mi riferisco alle elezioni del 1919 dove ci si accorse che i liberali che avevano governato ininterrottamente dal 1861 rappresentavano il 4% della popolazione).

    Volendo fare dell'ironia ma non troppo: ma se è un problema di costi, perché allora non passare direttamente al costo zero, ovvero 1 ogni 60 milioni? Il balcone è ancora al suo posto.


    Chinacat

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