Penso sia davvero il caso di discutere criticamente il politicamente corretto, ormai configuratosi come il linguaggio dominante del nostro capitalismo decadente. Nel seguente articolo ci sono osservazioni interessanti.
http://vocidallestero.it/2019/01/30/la-delegittimazione-delluomo-bianco/
giovedì 31 gennaio 2019
martedì 29 gennaio 2019
Sul vincolo esterno
Una recensione di Domenico Moro ad un libro di Fazi-Mitchell
https://www.sinistrainrete.info/europa/14126-domenico-moro-rivoluzione-in-occidente-e-vincolo-europeo.html
https://www.sinistrainrete.info/europa/14126-domenico-moro-rivoluzione-in-occidente-e-vincolo-europeo.html
lunedì 28 gennaio 2019
Risposta a "In un mondo senza speranza" (D.Lombardini)
L'amico Domenico Lombardini mi invia questa risposta al mio scritto "In un mondo senza speranza", e volentieri la pubblico. Un altro intervento su questi temi è quello di Paolo Di Remigio.
Caro Marino,
Le utopie politiche sono state in effetti la riproposizione
mondana di una speranza e di una promessa di salvezza extramondane, ben
inscritte nell’escatologia cristiana. Cristo, infatti, secondo la promessa
evangelica, tornerà a giudicare i vivi e i morti stabilendo la giustizia e un
regno che non avrà fine. Dal Concilio Vaticano II in poi l’escatologica
cristiana è stata decisamente accantonata, privilegiando invece un discorso
appiattito sulla dottrina sociale della Chiesa. Si è creduto che, al costo di
rinunciare al vincolante e fondante discorso escatologico e soteriologico dell’evangelo,
quindi a Cristo stesso, la Chiesa avrebbe potuto informare più efficacemente la
società e la politica agli insegnamenti sociali della Chiesa (che pur
discendono dall’insegnamento di Cristo ma che non ne costituiscono di certo il
significato ultimo), ossia, in poche parole, all’anelito evangelico alla
giustizia. Solo coloro che non vedono o che non vogliono vedere non si rendono
conto che la Chiesa, nei suoi rappresentanti più autorevoli, nelle sue
dichiarazioni ufficiali, nei suoi documenti, nelle encicliche, nelle modiche
apportate alla liturgia ecc., ha da tempo apostatato all’evangelo, divenendo invece
una mera agenzia erogatrice di servizi sociali, non più mater et magistra, bensì inutile e imbelle ancella del potere
temporale, intrisa di buoni propositi, irenismo e protagonismo mediatico. Non
più una forza anti-mondana ma un potere del tutto acquiescente nei confronti
del globalismo economico e dell’anarchia del potere. Quindi, paradossalmente,
la flagrante apostasia all’insegnamento di Cristo ha anche compromesso la
credibilità e l’efficacia del ruolo sociale della Chiesa nei confronti delle ingiustizie
del mondo: il pervertimento dell’ottimo è corrisposto al pessimo.
Ma nel vangelo è ben presente la disillusione che Cristo
nutre per qualsiasi proposta di palingenesi sociale: nel mondo alligna
inestirpabile il peccato e il “Principe di questo mondo” non è Dio ma il peccato,
il male, il seminatore di discordie, il calunniatore, il diavolo (il diavolo è
colui che crea, attraverso la menzogna, separazione, frattura e inimicizia tra
uomo e Dio e tra uomo e uomo). Non è possibile, in altre parole, instaurare la
giustizia nel mondo: ogni utopia politica che abbia come obiettivo l’instaurazione
mondana della giustizia non potrà che produrre necessariamente ingiustizia.
Questa eterogenesi dei fini è rinvenibile acutamente in ogni ambito della
nostra vita sociale: la politica produce sfiducia, la Chiesa incredulità, la
medicina malattia, l’istruzione ignoranza, la scienza relativismo, la
tecnologia dipendenza ecc.
Il problema fondamentale del tuo discorso, la sua aporia, è
credere che una speranza e una salvezza veramente universali possano essere
efficacemente proposte e concretizzate tramite l’agire politico e l’impegno
culturale. La storia è lì a testimoniare che tutto ciò non è possibile. È
davvero recente la presa di coscienza delle masse dei loro diritti, della loro
stessa storicità, ma il loro protagonismo occupa una parte assolutamente
marginale dell’intera storia umana. Nondimeno, non si potrà dire che l’uomo
prima della Rivoluzione francese sia vissuto inutilmente e senza speranze.
L’uomo è sempre stato immerso in un modo intriso di
religioso e di sacro, un mondo semiopoietico produttore di senso. L’intuizione
del cristianesimo è stata quella di collocare tale senso fuori dal mondo. Ludwig
Wittgenstein nel Tractatus
logico-philosophicus scrive: “Il senso del mondo dev'essere fuori di esso.
Nel mondo tutto è come è, e tutto avviene come avviene; non v'è in esso alcun
valore – né, se vi fosse, avrebbe un valore. Se un valore che ha valore v'è,
dev'esser fuori d'ogni avvenire ed essere-cosí. Infatti ogni avvenire ed
essere-cosí è accidentale. Ciò che li rende non-accidentali non può essere nel
mondo, ché altrimenti sarebbe, a sua volta, accidentale. Dev'essere fuori del
mondo” (p. 6.41). Con la religione l’uomo trascende la propria vita bruta
proiettandola in un altrove, le cui primizie può tuttavia gustare già quaggiù.
Io sono fermamente convinto che individuare e collocare il
senso fuori dal mondo sia la soluzione ai nostri mali, materiali e spirituali. Dobbiamo
definitivamente prendere atto che la giustizia non potrà mai essere instaurata
quaggiù. Nondimeno, un cristianesimo nuovamente cristocentrico ed escatologico
potrà avere influenze positive sull’agire politico, cercando di ispirare i
politici, il cui scopo sarà quindi quello di ridurre, ma non di estinguere, i mali
che affliggono la nostra società. Ciò nondimeno, non dobbiamo nutrire indebite
aspettative a riguardo.
La speranza è tale solo se è universale. Questo concetto è
rinvenibile nell’anelito internazionalista del marxismo ma soprattutto nel
cattolicesimo. Soltanto in Cristo c’è salvezza e ogni cristiano è tenuto, con
tutti i limiti del caso, ad evangelizzare il prossimo, anche persone aderenti
ad altre religioni, perché nessuna anima venga persa a Dio. La speranza non può
quindi essere relegata agli ambiti asfittici di amanuensi che si limitano a
copiare antichi manoscritti, figurativamente l’impegno culturale, attività di
per sé lodevole ma non produttrice di senso e speranza universali.
L’universalità della speranza a venire non potrà essere concretizzata da questa
forma di solitaria testimonianza, perché esclusivo appannaggio di privilegiati
sociali in grado di goderne.
L’unica speranza per l’essere umano oggi è una radicale metanoia, un rivolgere lo sguardo
decisamente altrove per ritrovare le radici di una comune verità da condividere
e proteggere. Non posso evitare di pensare che questa verità non potrà che
essere la verità evangelica. Un ritorno a Dio, al Dio cristiano, dopo un
periodo di reflusso. L’uomo ha provato a trascendere la propria vita bruta con
l’impegno culturale e politico. Da ultimo, la società dei consumi ha assolto
anch’essa a tale compito: le masse, indulgendo a uno sfrenato consumismo, hanno
potuto assaporare la vana vertigine di acquistare beni del tutto inutili. L’inefficacia
e la consumazione di tali “strategie di trascendenza” hanno da una parte
portato a esiti esiziali (per lo spirito e l’ambiente) e dall’altro sono giunte
alla loro naturale consumazione. L’uomo ha davanti il vuoto. Nostro compito è
capire che il coraggio non corrisponde a portare avanti una visione atea del
mondo, a limitarci a guardare inebetiti e disperati questo vuoto.
Domenico Lombardini
domenica 27 gennaio 2019
La Cina frena?
Dal sito Marx XXI, un articolo ripreso da Milano-Finanza
http://www.marx21.it/index.php/internazionale/cina/29498-la-cina-frena-niente-paura
http://www.marx21.it/index.php/internazionale/cina/29498-la-cina-frena-niente-paura
sabato 26 gennaio 2019
La grande emorragia della Grecia
Prosegue il martirio della Grecia, nell'indifferenza generale
http://vocidallestero.it/2019/01/25/nyt-la-grande-emorragia-della-grecia/
http://vocidallestero.it/2019/01/25/nyt-la-grande-emorragia-della-grecia/
venerdì 25 gennaio 2019
L'abbandono dell'ideale comunista (P. Di Remigio)
(Dall'amico Paolo Di Remigio riceviamo e volentieri pubblichiamo questo intervento. M.B.)
Il
comunismo esprime l’esigenza di universalismo nella società umana ed è in
contrasto con il particolarismo proprio del principio gerarchico. Il contrasto
tra universalismo e particolarismo sociale è documentabile storicamente: nella
società schiavista del mondo classico si esprime come differenza tra religione
olimpica dei ceti dominanti, in cui la sostanzialità dell’individuo particolare
appare in un mondo di dei eternamente felici superiore a quello degli uomini, e
culti misterici dei ceti inferiori, in cui perfino gli dei soffrono e la
particolarità dell’individuo si riduce a supporto esterno della sua forma astratta,
l’anima, destinata a essere redenta in una migliore vita futura; nella società
feudale del medioevo si manifesta un analogo contrasto religioso tra
l’ortodossia che esalta la gerarchia – tra Dio e mondo, tra papa e
chiesa, tra clero e laici –, ed eresia, che fa suo l’ideale della povertà
universale e si volge messianicamente a un’età futura di perfetta uguaglianza.
giovedì 24 gennaio 2019
Un'intervista sul trattato di Aquisgrana
Un dialogo con Alessandro Mangia, docente di diritto costituzionale alla Cattolica di Milano, dal sito "Patria e Costituzione"
http://patriaecostituzione.it/ 2019/01/23/intervista-ad- alessandro-mangia/
http://patriaecostituzione.it/
mercoledì 23 gennaio 2019
Armageddon degli insetti?
Non so se è la fine del mondo, ma si tratta comunque di un altro tassello dello squilibrio globale che i tempi moderni stanno creando:
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/01/23/clima-gli-insetti-stanno-morendo-la-fine-del-mondo-e-gia-iniziata/4914386/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/01/23/clima-gli-insetti-stanno-morendo-la-fine-del-mondo-e-gia-iniziata/4914386/
lunedì 21 gennaio 2019
In un mondo senza speranza
I. Queste riflessioni partono da un
presupposto che mi limito qui ad esporre rapidamente senza argomentazioni. È
mia convinzione che siamo avviati ad un declino di civiltà causato da due
elementi fondamentali: da una parte l’emergere sempre più netto del carattere
distruttivo, nei confronti di società e natura, dell’attuale organizzazione
sociale, dall'altra la totale assenza di una forza sociale che seriamente e
concretamente contesti questa distruttività e inizi a costruire vie
alternative. Lo scenario globale dei prossimi decenni sarà cioè, a mio modesto
avvisto, uno scenario di degrado e fine di una civiltà, senza speranze di un
mondo migliore. È questa la situazione in cui ci accade di vivere. Non sto
affermando che ci avviamo alla fine definitiva della civiltà umana o
addirittura della specie umana. Sto affermando che le persone presenti sulla
faccia della terra oggi, inizio 2019, vivranno l'intera loro vita in una fase
di crisi e declino e non potranno scorgere nella realtà elementi di una diversa
organizzazione sociale. Ammesso che sia così, appare inevitabile porsi il
problema del senso da dare alla propria vita, in un mondo senza speranza.
Per mezzo grado di meno
Un articolo di qualche tempo fa sul cambiamento climatico
https://www.iltascabile.com/scienze/riscaldamento-globale-analisi/
https://www.iltascabile.com/scienze/riscaldamento-globale-analisi/
domenica 13 gennaio 2019
L'euro: un'idea insensata
Una bella intervista ad Ashoka Mody, economista autore di un libro sull'euro. Di Mody avevamo già parlato qui e qui.
http://vocidallestero.it/2019/01/08/ashoka-mody-leuro-unidea-insensata/
http://vocidallestero.it/2019/01/08/ashoka-mody-leuro-unidea-insensata/
venerdì 11 gennaio 2019
domenica 6 gennaio 2019
sabato 5 gennaio 2019
Stupefacente
Il piddino medio riesce sempre a stupirti
https://bologna.repubblica.it/cronaca/2019/01/04/news/ordinanza_anti_cattiveria_luzzara-215818671/?ref=RHPPBT-BH-I0-C4-P14-S1.4-T1
Per fortuna non c'è bisogno di inventarsi chissà quale commento, le cose essenziali le ha dette Marco Rizzo (che non parla della vicenda specifica, ma dice cose di buon senso)
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/01/04/dl-sicurezza-rizzo-pc-protesta-sindaci-su-porti-fuffa-di-pseudosinistra-e-a-roggiani-pd-il-popolo-vi-odia/4874363/
In aggiunta alle parole di Rizzo, mi permetto solo una brevissima osservazione. L'ordinanza del sindaco di Luzzara prevede per i disobbedienti sanzioni "culturali", prescrivendo alcuni libri, film o spettacoli teatrali. Si vede qui la strana nozione di "cultura" che ha il piddino medio: libri, film e spettacoli teatrali avrebbero un misterioso potere taumaturgico per cui basterebbe la semplice "esposizione" ad essi per assorbire magicamente le giuste virtù civiche. Il sindaco di Luzzara non sa che la cultura è un travaglio di crescita individuale fatto di studio, fatica, pensiero, che non può essere prescritto da nessuno. Non lo sa, perché per lui e per il suo ambiente culturale e politico la cultura non è tale travaglio, ma è il codice di riconoscimento del proprio clan politico, e serve esclusivamente a costruire il castello immaginario della propria superiorità appunto culturale sui clan contrapposti.
https://bologna.repubblica.it/cronaca/2019/01/04/news/ordinanza_anti_cattiveria_luzzara-215818671/?ref=RHPPBT-BH-I0-C4-P14-S1.4-T1
Per fortuna non c'è bisogno di inventarsi chissà quale commento, le cose essenziali le ha dette Marco Rizzo (che non parla della vicenda specifica, ma dice cose di buon senso)
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/01/04/dl-sicurezza-rizzo-pc-protesta-sindaci-su-porti-fuffa-di-pseudosinistra-e-a-roggiani-pd-il-popolo-vi-odia/4874363/
In aggiunta alle parole di Rizzo, mi permetto solo una brevissima osservazione. L'ordinanza del sindaco di Luzzara prevede per i disobbedienti sanzioni "culturali", prescrivendo alcuni libri, film o spettacoli teatrali. Si vede qui la strana nozione di "cultura" che ha il piddino medio: libri, film e spettacoli teatrali avrebbero un misterioso potere taumaturgico per cui basterebbe la semplice "esposizione" ad essi per assorbire magicamente le giuste virtù civiche. Il sindaco di Luzzara non sa che la cultura è un travaglio di crescita individuale fatto di studio, fatica, pensiero, che non può essere prescritto da nessuno. Non lo sa, perché per lui e per il suo ambiente culturale e politico la cultura non è tale travaglio, ma è il codice di riconoscimento del proprio clan politico, e serve esclusivamente a costruire il castello immaginario della propria superiorità appunto culturale sui clan contrapposti.
venerdì 4 gennaio 2019
Su "Imagine"
Un articolo su "Imagine" di J.Lennon. Mi era capitato di pensare, confusamente, cose simili, ascoltando la canzone. Mi ha fatto piacere ritrovarle scritte in modo chiaro.
mercoledì 2 gennaio 2019
Jacques Sapir sui "gilet gialli"
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