Dopo averci spiegato che per tenerci euro e UE dobbiamo necessariamente impoverirci, Michele Salvati sul "Corriere" propone la grande alleanza dei riformisti contro i populisti
http://www.corriere.it/opinioni/17_gennaio_04/coalizione-riformista-81885094-d1f7-11e6-a55b-632cc5cf8e9f.shtml
Indubbiamente è questo il progetto attuale dei ceti dominanti, il "piano B" dopo il fallimento di Renzi. Una analisi la trovate qui. Non so quante possibilità abbia un tale progetto, dato l'infimo livello dell'attuale ceto politico. Ma a parte questo, è notevole il passaggio in cui Salvati spiega che una tale alleanza riformista dovrà "fare solo quelle riforme costituzionali che sono in grado di raccogliere in Parlamento i due terzi dei consensi, in modo da evitare il voto referendario". Il fastidio delle oligarchie verso il voto popolare è sempre più evidente.
Una classe dirigente che scivola in discorsi incoerenti. In un suo articolo, dopo essersi lamentato perché l'euro, da mezzo quale doveva essere, è diventato fine, Stiglitz finiva col dire che per salvare l'euro ('in order to' = proposizione FINALE) bisognerebbe cambiare l'Europa, cioè finiva con l'effettuare lo stesso capovolgimento tra mezzo e fine di cui si era appena lamentato. Il Salvati non è da meno del premio Nobel. Scrive: 'Ma esiste in questo Parlamento, o può essere costruita nel prossimo, una ... maggioranza ... filoeuropea...? Se non esiste e non può essere costruita temo che perderemo anche i pochi margini di autonomia rispetto all’Unione Europea di cui abbiamo goduto col precedente governo'. In altri termini, la maggioranza filoeuropea auspicata da Salvati ha come obiettivo non la distruzione dei margini di autonomia dalla UE, come sarebbe naturale attendersi da un europeista, ma la conservazione dei margini di autonomia dalla UE - margini di cui non abbiamo sofferto, come sarebbe di nuovo naturale attendersi da un europeista, ma 'abbiamo goduto'. La NUOVA maggioranza sarà insomma quella degli europeisti anti UE, cioè sarà la VECCHA maggioranza europeista a sostegno del Renzi che infine concionava contro la UE in un mare di bandiere rigorosamente tricolori.
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