Condivisibile l'appello di Mazzei a smetterla di chinare il capo.
http://sollevazione.blogspot.it/2016/11/su-la-testa-di-leonardo-mazzei.html
mercoledì 30 novembre 2016
martedì 29 novembre 2016
Le ragioni del No
Nelle parole di uno dei nostri maggiori studiosi di diritto, Luigi Ferrajoli:
http://sbilanciamoci.info/referendum-costituzionale-le-ragioni-del-no/
http://sbilanciamoci.info/referendum-costituzionale-le-ragioni-del-no/
lunedì 28 novembre 2016
La scomparsa della sinistra in Europa
Il libro di Aldo Barba e Massimo Pivetti, La scomparsa della sinistra in Europa (Imprimatur), rappresenta un contributo molto importante alla riflessione sul nostro tempo. Pubblichiamo una bella recensione di Paolo Di Remigio, e ci torneremo (M.B.)
Paolo Di Remigio
Paolo Di Remigio
Recensione
ad ALDO BARBA – MASSIMO PIVETTI, La scomparsa della sinistra in
Europa, Imprimatur, 2016.
Oltre
alla straordinaria padronanza della materia, ciò che colpisce nella
‘Scomparsa della sinistra in Europa’ è la volontà dei
suoi autori di conservare un tono pacato. Proprio per questo la
storia che il libro racconta ha un effetto ancora più inquietante: è
la storia degli ultimi quarant'anni, in cui la sinistra, la
rappresentanza dei lavoratori, è diventata esecutrice di politiche
economiche contro i lavoratori. I fautori della svolta neoliberale l'hanno scelta perché i lavoratori
se ne fidavano; il suo nuovo protagonismo era lo strumento ideale per
paralizzarne le reazioni. Così è stata la sinistra a far credere
che la svolta verso la nuova politica economica, l'economia dal lato
dell'offerta, avrebbe permesso il superamento della fase critica
degli anni ’70 e avrebbe avviato l'economia mondiale verso una
crescita stabile. L'economia dal lato dell'offerta non poteva fare
però nulla di tutto questo.
domenica 27 novembre 2016
sabato 26 novembre 2016
Nessuno imparerà nulla
Segnalo un bell'articolo di Mimmo Porcaro
http://www.socialismo2017.it/2016/11/20/trump-nessuno-imparera-nulla/
http://www.socialismo2017.it/2016/11/20/trump-nessuno-imparera-nulla/
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venerdì 25 novembre 2016
L'Economist invita a votare No
http://www.repubblica.it/politica/2016/11/24/news/referendum_economist_renzi-152726698/?ref=HREC1-1
Inutile chiedersi perché: potremmo fare, come sempre in questi casi, mille ipotesi "dietrologiche" senza arrivare a nulla. E' interessante invece rilevare che gli argomenti portati dall'Economist, secondo l'articolo di Repubblica sopra citato, sono quelli ripetuti da tutti coloro che invitano a votare No: ovvero il fatto che la congiunzione di riforma costituzionale e legge elettorale rischierebbe di portare a una concentrazione di poteri incompatibile con la democrazia.
Inutile chiedersi perché: potremmo fare, come sempre in questi casi, mille ipotesi "dietrologiche" senza arrivare a nulla. E' interessante invece rilevare che gli argomenti portati dall'Economist, secondo l'articolo di Repubblica sopra citato, sono quelli ripetuti da tutti coloro che invitano a votare No: ovvero il fatto che la congiunzione di riforma costituzionale e legge elettorale rischierebbe di portare a una concentrazione di poteri incompatibile con la democrazia.
martedì 22 novembre 2016
Intellettuali conservatori: segui il denaro
Nella traduzione di Paolo Di Remigio (che ringrazio) propongo questo intervento di Krugman che denuncia il legame fra gli intellettuali conservatori e i ceti dominanti. Non c'è dubbio che analoghe osservazioni potrebbero essere fatte per buona parte del pensiero "progressista", ma è comunque interessante questa piccola apertura sui legami fra cultura e capitale. (M.B.)
Ross
Douthat e David
Brooks sono intervenuti ultimamente sulla situazione degli
intellettuali conservatori; meritano entrambi credito perché danno
uno sguardo critico alla loro squadra.
Ma – naturalmente c'è un ‘ma’ – affermerei che essi e gli altri a destra hanno ancora enormi punti ciechi. Di fatti, questi punti ciechi sono così enormi da rendere le critiche quasi inutili come basi di una riforma. Perché se ignorate le radici vere, profonde dell'implosione intellettuale conservatrice, non darete mai un vero inizio alla ricostruzione.
Quali sono questi punti ciechi? Primo, la fede in un'età dell'oro che non è mai esistita. Secondo, un rifiuto affatto misterioso di riconoscere il ruolo enorme giocato dal denaro e dagli incentivi monetari nel promuovere le idee cattive.
Sul primo punto: dovremmo ripensare con nostalgia all'era nella quale intellettuali conservatori seri come Irving Kristol cercavano di capire il mondo, anziché trattare qualunque cosa come un esercizio politico in cui le idee erano lì soltanto per aiutare la loro squadra a vincere.
Ma non è stato mai così. Non prendete per buona la mia parola; prendete per buona la parola dello stesso Irving Kristol, nel suo libro “Neoconservatorismo: l'autobiografia di un'idea”. Kristol ha spiegato la sua adesione all'economia dal lato dell'offerta negli anni ’70: “Non ero sicuro dei suoi meriti economici, ma ne scorsi subito le possibilità politiche”. Questo giustificava un ”atteggiamento sdegnoso verso il deficit di bilancio e altri problemi finanziari o monetari”, perché “l'efficacia politica era la priorità, non le mancanze contabili del governo”.
In breve, non preoccupatevi se sia giusto purché sia politicamente utile. Lamentando che “gli opinionisti conservatori iniziarono a valutare la politica più di tutto il resto”, David descrive qualcosa che è successo molto prima di Reagan.
Ma non dovrebbero esserci lungo la via impatti con la realtà, idee politicamente convenienti cadute in disgrazia perché non funzionavano nella pratica? No – perché sbagliare nel modo giusto è sempre stata un'attività finanziariamente sicura. Lo vedo molto chiaramente in economia, in cui ci sono tre tipi di economisti: economisti professionali liberali, economisti professionali conservatori ed economisti conservatori professionali – la quarta scatola è più o meno vuota, perché i miliardari non sostengono con generosità i dilettanti a sinistra.
Ancora, come puoi solo cominciare a parlare di intellettuali conservatori senza discutere della fondazione della Heritage nel 1973, o del più o meno contemporaneo armamento di AEI come entità politica? Heritage in particolare è platealmente incompetente di economia – ricordate la pretesa che il piano Ryan avrebbe ridotto la disoccupazione al 2,8%, oppure il lavoro completamente abborracciato del capo economista sulla crescita del lavoro statale? Ma non importa: la fondazione ha un mucchio di soldi perché è favorevole ai tagli giganteschi delle tasse per i ricchi, e per questa merce la domanda non si esaurisce mai.
Ricordate inoltre che il negazionismo climatico è essenzialmente un'industria, finanziata da gruppi di interesse con un pacchetto azionario nella promozione della pseudo scienza. E questo significa un mercato per “intellettuali” conservatori che siano fondamentalmente contrari alla scienza.
Il punto è che il versante intellettuale del movimento conservatore è stato un'impresa corrotta per circa quattro decenni. Nei suoi primi anni poteva ricorrere a intellettuali di destra che avevano qualche reputazione precedente al di fuori del lavoro politico, ma per molto tempo ha contato su dilettanti fatti in casa. Non vedo ragione di credere che una simile impresa sia in grado di riformarsi: se per farlo fosse sufficiente essere in errore e perdere un'elezione, ciò sarebbe accaduto negli anni ’90.
Intellettuali
conservatori: segui il denaro
Ma – naturalmente c'è un ‘ma’ – affermerei che essi e gli altri a destra hanno ancora enormi punti ciechi. Di fatti, questi punti ciechi sono così enormi da rendere le critiche quasi inutili come basi di una riforma. Perché se ignorate le radici vere, profonde dell'implosione intellettuale conservatrice, non darete mai un vero inizio alla ricostruzione.
Quali sono questi punti ciechi? Primo, la fede in un'età dell'oro che non è mai esistita. Secondo, un rifiuto affatto misterioso di riconoscere il ruolo enorme giocato dal denaro e dagli incentivi monetari nel promuovere le idee cattive.
Sul primo punto: dovremmo ripensare con nostalgia all'era nella quale intellettuali conservatori seri come Irving Kristol cercavano di capire il mondo, anziché trattare qualunque cosa come un esercizio politico in cui le idee erano lì soltanto per aiutare la loro squadra a vincere.
Ma non è stato mai così. Non prendete per buona la mia parola; prendete per buona la parola dello stesso Irving Kristol, nel suo libro “Neoconservatorismo: l'autobiografia di un'idea”. Kristol ha spiegato la sua adesione all'economia dal lato dell'offerta negli anni ’70: “Non ero sicuro dei suoi meriti economici, ma ne scorsi subito le possibilità politiche”. Questo giustificava un ”atteggiamento sdegnoso verso il deficit di bilancio e altri problemi finanziari o monetari”, perché “l'efficacia politica era la priorità, non le mancanze contabili del governo”.
In breve, non preoccupatevi se sia giusto purché sia politicamente utile. Lamentando che “gli opinionisti conservatori iniziarono a valutare la politica più di tutto il resto”, David descrive qualcosa che è successo molto prima di Reagan.
Ma non dovrebbero esserci lungo la via impatti con la realtà, idee politicamente convenienti cadute in disgrazia perché non funzionavano nella pratica? No – perché sbagliare nel modo giusto è sempre stata un'attività finanziariamente sicura. Lo vedo molto chiaramente in economia, in cui ci sono tre tipi di economisti: economisti professionali liberali, economisti professionali conservatori ed economisti conservatori professionali – la quarta scatola è più o meno vuota, perché i miliardari non sostengono con generosità i dilettanti a sinistra.
Ancora, come puoi solo cominciare a parlare di intellettuali conservatori senza discutere della fondazione della Heritage nel 1973, o del più o meno contemporaneo armamento di AEI come entità politica? Heritage in particolare è platealmente incompetente di economia – ricordate la pretesa che il piano Ryan avrebbe ridotto la disoccupazione al 2,8%, oppure il lavoro completamente abborracciato del capo economista sulla crescita del lavoro statale? Ma non importa: la fondazione ha un mucchio di soldi perché è favorevole ai tagli giganteschi delle tasse per i ricchi, e per questa merce la domanda non si esaurisce mai.
Ricordate inoltre che il negazionismo climatico è essenzialmente un'industria, finanziata da gruppi di interesse con un pacchetto azionario nella promozione della pseudo scienza. E questo significa un mercato per “intellettuali” conservatori che siano fondamentalmente contrari alla scienza.
Il punto è che il versante intellettuale del movimento conservatore è stato un'impresa corrotta per circa quattro decenni. Nei suoi primi anni poteva ricorrere a intellettuali di destra che avevano qualche reputazione precedente al di fuori del lavoro politico, ma per molto tempo ha contato su dilettanti fatti in casa. Non vedo ragione di credere che una simile impresa sia in grado di riformarsi: se per farlo fosse sufficiente essere in errore e perdere un'elezione, ciò sarebbe accaduto negli anni ’90.
(versione originale qui: http://krugman.blogs.nytimes.com/2016/10/28/conservative-intellectuals-follow-the-money/?_r=1 )
lunedì 21 novembre 2016
Ancora su Trump
Ancora due interventi su Trump, il primo di Ignacio Ramonet, noto giornalista e scrittore, ex-direttore de "Le Monde Diplomatique":
http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-ramonet_le_7_proposte_di_donald_trump_che_i_media_hanno_censurato_e_spiegano_la_sua_vittoria/82_17795/
Dell'autore del secondo, Will Denayer, non so nulla, ma l'articolo sembra molto interessante:
http://vocidallestero.it/2016/11/16/la-sconfitta-della-clinton-la-vittoria-di-trump-unanalisi-progressista/
http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-ramonet_le_7_proposte_di_donald_trump_che_i_media_hanno_censurato_e_spiegano_la_sua_vittoria/82_17795/
Dell'autore del secondo, Will Denayer, non so nulla, ma l'articolo sembra molto interessante:
http://vocidallestero.it/2016/11/16/la-sconfitta-della-clinton-la-vittoria-di-trump-unanalisi-progressista/
domenica 20 novembre 2016
Un dibattito interessante
Un dibattito interessante, di qualche tempo fa, iniziato con un articolo di Bagnai e Nordvig:
http://www.asimmetrie.org/op- ed/euro-exit-e-catastrofisti- qualche-dato-sul-debito/
proseguito poi con un intervento di vari economisti:
http://www.nextquotidiano.it/luscita-dalleuro-lehman-brothers-al-quadrato/
e con una replica di Gawronski:
http://www.ilfattoquotidiano. it/2016/11/19/uscire-dalleuro- non-e-impossibile-ma-e-molto- difficile-farlo-bene/3199818/
http://www.asimmetrie.org/op-
proseguito poi con un intervento di vari economisti:
http://www.nextquotidiano.it/luscita-dalleuro-lehman-brothers-al-quadrato/
e con una replica di Gawronski:
http://www.ilfattoquotidiano.
giovedì 17 novembre 2016
Riforma costituzionale e Unione Europea
Dal sito di a/simmetrie un interessante articolo di Massimo D'Antoni
http://www.asimmetrie.org/opinions/la-riforma-costituzionale-e-lunione-europea-perche-dobbiamo-preoccuparci/
http://www.asimmetrie.org/opinions/la-riforma-costituzionale-e-lunione-europea-perche-dobbiamo-preoccuparci/
lunedì 14 novembre 2016
"Poi vennero a prendere me"
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2016-11-14/sciopero-giornalisti-sole-24-ore--132743.shtml?uuid=AD2Pz6uB&refresh_ce=1
Massima solidarietà con dei lavoratori in lotta per la difesa del posto di lavoro, naturalmente. Mi permetto solo di consigliare ai combattivi giornalisti la rilettura di una celebre poesia o sermone:
https://it.wikipedia.org/wiki/Prima_vennero
Massima solidarietà con dei lavoratori in lotta per la difesa del posto di lavoro, naturalmente. Mi permetto solo di consigliare ai combattivi giornalisti la rilettura di una celebre poesia o sermone:
https://it.wikipedia.org/wiki/Prima_vennero
sabato 12 novembre 2016
Brancaccio su Trump
Un intervista su Brancaccio a proposito di quella che potrebbe essere la politica economica di Trump:
http://temi.repubblica.it/micromega-online/brancaccio-il-liberismo-xenofobo-di-trump-non-aiutera-i-lavoratori-americani/
http://temi.repubblica.it/micromega-online/brancaccio-il-liberismo-xenofobo-di-trump-non-aiutera-i-lavoratori-americani/
venerdì 11 novembre 2016
Bernie Sanders su Trump
http://vocidallestero.it/2016/11/10/bernie-sanders-pronto-a-lavorare-con-trump-per-migliorare-le-condizioni-delle-famiglie-lavoratrici/
Non me ne intendo di politica USA, ma credo che la disponibilità a lavorare con Trump, da parte di Sanders, sia solo una frase di cortesia. Più interessante è che anche Sanders riconosca ciò che tutte le persone intelligenti hanno capito, cioè che il voto per Trump è un voto di rabbia anti-establishment da parte di strati popolari stritolati dalla globalizzazione.
Non me ne intendo di politica USA, ma credo che la disponibilità a lavorare con Trump, da parte di Sanders, sia solo una frase di cortesia. Più interessante è che anche Sanders riconosca ciò che tutte le persone intelligenti hanno capito, cioè che il voto per Trump è un voto di rabbia anti-establishment da parte di strati popolari stritolati dalla globalizzazione.
giovedì 10 novembre 2016
"Momento Polanyi"
Dal sito di Sollevazione, un interessante articolo di Manolo Monereo
http://sollevazione.blogspot.it/2016/11/il-trionfo-di-trump-e-il-momento.html
http://sollevazione.blogspot.it/2016/11/il-trionfo-di-trump-e-il-momento.html
mercoledì 9 novembre 2016
Formenti su Trump
Fra i tanti commenti sulla vittoria di Trump mi sembra molto lucido questo di Carlo Formenti, che da tempo propone analisi condivisibili:
http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2016/11/09/carlo-formenti-trump-la-rabbia-antisistema-e-leutanasia-delle-sinistre/#more-21296
http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2016/11/09/carlo-formenti-trump-la-rabbia-antisistema-e-leutanasia-delle-sinistre/#more-21296
domenica 6 novembre 2016
L'identità vuota
Aldo Giannuli tocca un tema molto importante, quello dell'identità vuota della sinistra:
http://www.aldogiannuli.it/pci-pds-ds-pd/
Ne avevamo parlato a lungo, Bontempelli ed io, ne "La sinistra rivelata".
http://www.aldogiannuli.it/pci-pds-ds-pd/
Ne avevamo parlato a lungo, Bontempelli ed io, ne "La sinistra rivelata".
venerdì 4 novembre 2016
Clima: Parigi non basta
L'Unep, il programma ONU per l'ambiente, ci avverte che gli accordi raggiunti a Parigi nel dicembre 2015 sono insufficienti ad evitare un drammatico cambiamento climatico che porterà a "una evitabile tragedia umana":
http://www.dire.it/03-11-2016/86701-clima-onu-parigi-non-basta-tagliare-un-altro-25-da-emissioni-2030/
http://www.rinnovabili.it/ambiente/unep-accordo-di-parigi-666/
Uno studio su questi temi, pubblicato su "Nature", è segnalato qui:
http://www.lescienze.it/news/2016/06/30/news/aumentare_sforzi_accordo_di_parigi_riscaldamento_globale-3145144/
Il declino della nostra civiltà si sta annunciando con segnali sempre più chiari.
http://www.dire.it/03-11-2016/86701-clima-onu-parigi-non-basta-tagliare-un-altro-25-da-emissioni-2030/
http://www.rinnovabili.it/ambiente/unep-accordo-di-parigi-666/
Uno studio su questi temi, pubblicato su "Nature", è segnalato qui:
http://www.lescienze.it/news/2016/06/30/news/aumentare_sforzi_accordo_di_parigi_riscaldamento_globale-3145144/
Il declino della nostra civiltà si sta annunciando con segnali sempre più chiari.
giovedì 3 novembre 2016
Il senso della riforma costituzionale
Interessanti riflessioni di Maria Luisa Pesante:
http://sbilanciamoci.info/cosa-prevede-la-riforma-costituzionale/
http://sbilanciamoci.info/cosa-prevede-la-riforma-costituzionale/
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