(Un breve intervento dell'amico Di Remigio sulla riforma. M.B.)
Nessuno
parla peggio della riforma costituzione di chi le è a favore. Per
elogiarla dice che accelererà i processi decisionali. Le decisioni
si prendono però dopo 'matura' riflessione e, a meno che non si sia
sul campo di battaglia, la decisione rapida è sempre quella
sbagliata. Il bicameralismo aveva questo fine, rallentare il processo
decisionale affinché il suo risultato fosse ben ponderato: la
lentezza è la virtù di chi sa decidere. Sostenere poi che i
problemi attuali dell'Italia siano
un effetto del 'ping-pong' tra le due Camere è quanto meno
avventato. Più probabile il contrario: i nostri problemi vengono
dall'irresponsabilità con cui un intero ceto dirigente ha deliberato
senza ben capire cosa stesse facendo e senza riflettere sulle
conseguenze, in fiduciosa obbedienza alle direttive della grande
finanza bancarottiera. Così hanno firmato il trattato di Maastricht
senza riflettere che il cambio fisso avrebbe cancellato la nostra
competitività e che i suoi parametri ci avrebbero condannato
all'austerità, hanno introdotto il pareggio del bilancio pubblico
senza pensare che esso vanificava l'impegno della Repubblica per la
piena occupazione; hanno votato la 'Buona scuola' senza indagare sui
danni già provocati dall'autonomia e il Jobs Act trascurando che
avrebbe depresso la domanda in un contesto di domanda già depressa.
La rapidità è la virtù di chi deve soltanto eseguire ordini.
Capivano e sapevano tutto e abbiamo anche le prove: i verbali parlamentari degli interventi di Napolitano nel dicembre del 1978; sono pubblici ed in rete, essi costituiscono una prova schiacciante delle responsabilità della sinistra italiana sulla adesione allo SME e poi all'euro; la classe dirigente comprendeva i rischi ma ha scelto il collaborazionismo per interesse personale o di famiglia, del resto è meglio una carriera sicura e ben pagata che un lavoro precario o un posto da insegnante a 1600 euro al mese
RispondiElimina