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sabato 18 luglio 2015

Lettera aperta agli amici sonnambuli


Marino Badiale, Fabrizio Tringali



È evidente a tutti che la fine drammatica dell'esperienza del governo Syriza è uno spartiacque. Essa infatti rappresenta la verifica concreta, l'experimentum crucis che decide se una strategia politica sia valida oppure no. Non è difficile, se si ha onestà intellettuale, trarne le necessarie conseguenze. Proviamo a farlo in questa lettera aperta. Gli “amici sonnambuli” ai quali è indirizzata sono le tante persone del mondo “antisistemico” che in questi anni hanno protestato contro le politiche autoritarie e di austerità dei ceti dominanti, rifiutando però di porre la questione politica dell'uscita dell'Italia dal sistema euro/UE. La proposta dell'uscita veniva tacciata in questi ambienti di “nazionalismo”, e contro di essa veniva evocata la necessità della lotta unitaria dei ceti popolari europei.
Speriamo che la triste vicenda greca serva almeno a favorire un'ampia presa di coscienza su quali siano i nodi politici reali da affrontare in questo momento storico, se non si vuole soccombere.


Cerchiamo di riassumere i punti fondamentali della questione.


1. Il sistema euro/UE è irriformabile.
La strategia di Tsipras era quella di lottare, all'interno del sistema euro/UE, per strappare un compromesso avanzato, che permettesse al suo governo di porre fine alle politiche di austerità. Questa strategia è stata completamente sconfitta, tanto da essere accantonata dal governo greco ben prima dell'indizione del referendum, il quale è stato convocato solo per ottenere dalle istituzioni europee una qualche disponibilità alla ristrutturazione del debito.
Non ha alcun senso, quindi, pensare di riproporre una simile strategia, perché non è possibile ottenere alcun allentamento dell'austerità all'interno del sistema dell'euro/UE.
Le ragioni sono molte e ne abbiamo scritto molte volte. Ci limitiamo qui a sottolineare il fatto che sarebbe estremamente ingenuo pensare che sia impossibile cambiare le politiche europee solo perché le forze di sinistra non hanno abbastanza potere. E che, quindi, una vittoria delle sinistre in paesi forti come la Germania consentirebbe di rendere possibile ciò che oggi non si riesce a fare. Per smentire questa tesi è sufficiente vedere quale è stato, in queste settimane, l'atteggiamento della SPD tedesca, così come quello di Martin Schultz.
Così come non esiste possibilità che le oligarchie europee cambino le loro politiche, allo stesso modo è impensabile che esse possano essere messe in discussione tramite lotte popolari europee, come continuano a ripetere i sonnambuli, che per continuare a sognare “l'Europa dei popoli” devono necessariamente tenere gli occhi chiusi davanti alla realtà.
Anche su questo, infatti, le recenti vicende greche hanno dato una risposto molto netta. Veniamo così al secondo punto.

2. Non c'è nessuna solidarietà fra i popoli europei.
Nella sua lotta disperata, Atene è rimasta sola. Non c'è stata negli altri paesi europei nessuna iniziativa di solidarietà con la Grecia che sia stata significativa, capace di incidere. Possiamo invece facilmente immaginare cosa sarebbe successo se i popoli dei paesi creditori avessero potuto esprimersi sulle condizioni da imporre alla Grecia.
Aspettarsi che i popoli europei, che nel corso di questa lunghissima crisi non hanno finora mai manifestato una capacità di azione comune, possano camminare insieme nel prossimo futuro, significa fare una irresponsabile scommessa sulla pelle dei popoli stessi.
Al contrario, grazie al sistema euro/UE, i ceti dominanti europei sono più uniti e coordinati di prima (pur nei loro ineliminabili conflitti reciproci). Cosicché essi riescono a concentrare una enorme “potenza di fuoco” (UE, BCE, FMI) contro il popolo del paese che di volta in volta è bersaglio (la Grecia, la Spagna, il Portogallo, l'Italia etc..) mentre quest'ultimo è solo, impotente.
Scegliere, come dicono i sonnambuli, il piano europeo come il piano della lotta, è un vero suicidio, perché su quel piano i popoli sono divisi e resteranno tali, mentre le oligarchie possono facilmente unire le forze. È soprattutto per questo che il progetto di un'Europa federale è da respingere, prima che per la sua difficoltà di realizzazione: perché se anche venisse realizzato, sarebbe non un sogno ma un incubo, l'incubo del dominio pieno delle oligarchie unificate su popoli divisi, deboli, costretti a cedere ai ricatti, come hanno dovuto cedere i greci.
Il piano della lotta deve quindi essere necessariamente quello nazionale. Questo non esclude affatto alleanze con le forze antisistemiche di altri paesi. Ma noi dobbiamo iniziare la nostra lotta in Italia, parlando al popolo italiano. Se e quando negli altri paesi si svilupperanno lotte analoghe, si cercherà di costruire collegamenti con esse.

3. L'inevitabile uscita dall'euro e dalla UE.
Nelle interviste rilasciate dopo il suo abbandono del governo, Varoufakis ha rivelato che una volta compreso che la strategia del governo non avrebbe condotto a nulla, aveva cominciato a progettare l'uscita dall'euro. Questo ci rivela alcune cose fondamentali.
La più importante è che l'uscita dall'euro sta nella logica della cose, se davvero si vuole lottare contro le oligarchie e il sistema euro/UE. Varoufakis aveva sempre dichiarato la sua opposizione al Grexit, ma, alla fine, la forza delle cose lo ha portato a porla come opzione. La realtà vince. Dalla posizione di governo, il ministro delle finanze greco ha visto che se si esclude a priori l'uscita dall'euro, ci si consegna mani e piedi alle oligarchie contro cui si combatte. La posizione di Tsipras, che si può riassumere con la frase “negoziamo, ma sia chiaro che noi non usciremo dall'euro” ha reso facilissimo alle istituzioni imporre qualunque cosa, sotto la minaccia, appunto, della cacciata dall'eurozona.
E' chiaro quindi che se si vuole seriamente lottare contro le oligarchie e si decide di farlo provando a negoziare con esse, bisogna almeno avere pronto il piano B dell'uscita dall'euro. Ma questa considerazione non è senza conseguenze. Infatti l'uscita dall'euro non può essere un segreto, una specie di inganno: se ci si presenta alle elezioni pensando ad essa come ad una possibilità, gli elettori devono essere informati. Questo non per una astratta “moralità democratica”, di cui peraltro non neghiamo il valore, ma perché l'uscita dall'euro (e dalla UE), come abbiamo detto molte volte, non è la soluzione di tutti i problemi, è “solo” la “condicio sine qua non” per la riapertura della possibilità di una vera alternativa alle politiche attuali.
L'abbandono del mostro europeo comporterà prezzi da pagare. Decidere chi li paga, e come, è politica. Occorrerà decidere cosa fare della riacquistata libertà, verso quali obiettivi indirizzare la politica economica. E su questo si scontreranno le diverse forze politiche.
L'uscita dall'euro e dalla UE significa cioè l'inizio di una nuova fase di lotta politica. Le forze antisistemiche non avranno altra base cui poggiarsi che le masse popolari. Ma tali masse devono essere preparate, devono sapere cosa le aspetta. Devono sapere, se votano per forze antisistemiche, che il loro governo prevede l'uscita dall'euro e dalla UE, almeno come opzione B. Se non c'è questa coscienza, l'eventuale uscita potrebbe rappresentare un disastro, perché potrebbe addirittura essere vissuta come sconfitta o tradimento.


Queste considerazioni, che emergono con chiarezza dalla vicenda greca, ci confermano quello che in questi anni abbiamo sempre ripetuto: l'uscita dall'euro e dalla UE è una componente necessaria nel programma politico di una forza realmente antisistemica.




64 commenti:

  1. Cari Marino e Fabrizio, condivido completamente il post, e vado insistendo sulla inevitabile conclusione su un piano razionale della fuoruscita dall'euro.
    Purtroppo, mi vado convincendo che una discussione razionale non è adeguata quando gli interlocutori sono dominati dalla cieca paura che paralizza gli europei. Non so cosa riuscirà a spezzare questa spessa e dura crosta di paura, ma ho ben poche speranze che possa essere quella della discussione razionale.
    Probabilmentre, solo una paura più grossa potrà vincerla.
    Scusate il pessimismo nelle mie parole.

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  2. Finalmente considerazioni di respiro, i cui punti centrali mi sembrano questi:
    1) il piano della lotta deve essere necessariamente quello nazionale;
    2) l'uscita dall'euro non può essere un segreto, se ci si presenta alle elezioni pensando ad essa come ad una possibilità, gli elettori devono essere informati;
    3) l'abbandono del mostro europeo comporterà prezzi da pagare e decidere chi li paga è politica; in altre parole l'uscita dall'UE è solo la condizione necessaria per riaprire la possibilità di una politica realmente alternativa a quella attuale.
    "Cose semplici difficili da farsi" ( riprendendo parole di Brecht)

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  3. Lo schianto di Tsipras contro le mura di Troika potrebbe avviare il processo...

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  4. e ci volevano 10.000 suicidi in grecia,migliaia in italia e generazioni distrutte per capirlo?napolitano lo diceva nel 1978 ma poi ha saltato la quaglia

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  5. ......l'eventuale uscita potrebbe rappresentare un disastro, perché potrebbe addirittura essere vissuta come sconfitta o tradimento....ma sconfitta da cosa??? Forse di non poter partecipare al rotary club??? ma insomma ma chi ci crede più! !! Costi dall'uscita per la classe media non ne vedo se sono giusti i conticini sullinflazione, la quota salari, la benza etc etc quelli che subirebbero perdite sono i big player che hanno delocalizzato, quelli che importano a 4 mani etc etc che sarebbero danneggiati dall'inevitabile introduzione di controlli sui movimenti di capitali dalla revisione dei dazi etc etc. Precedenti ne abbiamo avuti e mi riferisco al '76 quando dovemmo chiudere i mercati valutari per 40 gg ed elevare a rango di violazione penale l'esportazione di valuta....per passare all'oggi credo che non ne usciremo mai proprio perche non è nellinteresse della classe media la quale può continuare tristemente a tirare il carettino allinfinito (o quasi)

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    1. ma perché esiste ancora la classe media? Esistono persone a cui è stata sopita la coscienza a forza di articoli e di programmi televisivi, ma ormai la classe media è in via di estinzione, dovendo accollarsi anche il sostentamento di figli ed eventuali nipoti. Con Boeri all'attacco Renzi promette la diminuzione di Imu ed altro. Mi viene in mente la storiella del tipo che va a comprare camicia e pantaloni eleganti al negozio di un amico. Il colloquio si svolge con le proposte del venditore che, alla richiesta di uno sconto, abbassa il costo del pantalone ed aumenta quello della camicia della stessa quantità. Il compratore alla fine desiste dicendo: "Mi abbassi il pantalone e mi alzi la camicia per mettermelo più comodamente nel Qlo" Malgrado questa situazione solo pochi sono arrivati alla conclusione che ha ragione chi predica di uscire dall'€, ma la massa viene subornata da pseudoeconomisti che su giornali e tv praticano di fatto terrorismo economico per affermare che l'unico modo di continuare è l'€ fortissimamente €.

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    2. Sui costi dell'uscita dall' euro, e sul perchè sia questione politica decidere chi e come potrà essere chiamato a sostenerli, ha scritto ampiamente Emiliano Brancaccio. Può leggere, se vuole.

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    3. Eccome se esiste la classe media....a chi hanno munto i 50 miliardi di imi l'anno scorso??? Abbiamo sgobbato una vita per poi rischiare di regredire pesantemente a causa di scelte scellerate di pochi innominabili. Quanto ai costi sociali dell'uscita ribadisco le mie perplessità anche alla luce del fatto che svalutazione non necessariamente significa inflazione.

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    4. @ Michely Castagna

      Nel 2014 l'IMU ha generato un gettito di 19,3 miliardi

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  6. Una sola domanda: ma secondo voi ,oggi, in Italia, c'è una forza politica in grado di svegliare i sonnambuli? E mi do anche la risposta: no ,non c'è, come non c'è in Grecia sebbene le loro condizioni economiche siamo ben peggiori delle nostre, anzi la Grecia è proprio l'esempio che neppure la miseria riesce a far emergere la questione dell'euro ed è anche la dimostrazione che l'Oligarchia è ormai troppo forte e ci schiaccerà, a meno che non accada qualcosa di inaspettato anche per Essa.

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  7. Non credo sia completa l'analisi appena letta , anzi...1-quali forze di sinistra antisistemiche esistono in Italia? e in Europa? percentuali da prefisso telefonico ...non vann da nessuna parte, non hanno consenso..il che in democrazia mi sembra un particolare non trascuraile. 2-solidarietà tra i popoli europei...se per solidarietà si intende io (germania) pago i tuoi ( dei greci ) debiti,oppure io (germania) vado il pensione a 67, tu Grecia a 57, certo che non esiste solidarietà3-uscita dall'euro. E' una starda possibile ma richiede maggioriu sacrifici che restarci. Varufakis l'ha dovuto ammettere, Tsipras lo sapeva dall'inizio. Il problema sta nel popolo che non ne era e non è informato. Perchè uscire dall'euro se significa fare più sacrifici che restarci?

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    1. Qualcuno sostiene che alla Grecia non conviene uscire
      http://keynesblog.com/2015/06/18/il-vincolo-esterno-della-grecia/

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    2. Quel blog rappresenta il pensiero dell'oligarchia al potere, peraltro espresso da non economisti ma da funzionari e quadri di partito. Non leggerlo vuol dire risparmiare tempo, prezioso, da dedicare ad altro. Ad esempio questo blog, o Bagnai o Barra Caracciolo.

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    3. Grazie per il consiglio.
      Leggo Badiale da fine anni 90. Così come i compianti Bontempelli e Preve.
      Seguo blog di Bagnai da sempre.
      mi aveva incuriosito ma non convinto articolo citato...

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  8. Beh, visto che il progetto di fondo, per quanto surreale, è quello di creare gli Stati Uniti d'Europa (DAR!) forse è il caso di iniziare a farsi una domanda: chi sparerà il primo colpo di cannone della guerra civile? Per costruire gli USA così come li conosciamo noi oggi c'è voluta una Gettysburg... io metto sacchetti di sabbia alla finestra, non si sa mai.
    La storia è maestra di vita ma è un peccato che uccida tutti i suoi allievi.

    Chinacat

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  9. Perfettamente d'accordo nella lotta contro le élites neoliberiste e la loro sovrastruttura eur(ope)ista, ma dubito che la loro sconfitta contribuirebbe significiativamente a risollevare le nostre sorti. Io capisco poco di economia. Mi limito a buttar giù qualche massima di buon senso:

    1) ciò che falcidia crescita e benessere non è tanto l'euro quanto la globalizzazione, cioè la mobilità di capitali e forza lavoro imposta dai poteri forti, garantita dal gendarme mondiale statunitense ed entusiasticamente perseguita dalla sinistra perché prometteva di migliorare le condizioni del terzo mondo e imbastardire l'umanità europea.

    2) Il vero nodo è la competitività rispetto ai Paesi in via di sviluppo. Siccome non dico vincere, ma solo impattare questa sfida (come sta riuscendo a fare la Germania per tutta una serie di ragioni fra cui l'euro che impedisce le svalutazioni competitive ai concorrenti europei) è difficilissimo, stiamo conservando pezzi di benessere tramite la crescita esplosiva del debito.

    3) L'austerità è una risposta seria a questa sfida. Le risposte keynesiane farebbero esplodere ulteriormente il debito migliorando solo marginalmente la competitività. Non si possono battere gli stabilimenti cinesi dove gli adolescenti lavorano 16 ore al giorno a 50 centesimi l'ora.

    4) L'altra risposta sarebbe la deglobalizzazione. Siccome sia deglobalizzare che pareggiare l'efficienza tedesca sono approcci problematici, il problema non ha soluzione. Ci aspetta una serie di crisi rovinose che si concluderanno in un radicale immiserimento e in una dittatura, rimane da vedere di quale colore.

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    1. Poi uno si chiede perché abbiamo l'euro....

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    2. ".... Io capisco poco di economia."

      Appunto, neppure io ne capivo, ma almeno ho avuto l'umiltà di informarmi PRIMA da chi l'economia la spiegava meglio.

      Almeno per evitarmi di scrivere banalità del tipo:
      "....come sta riuscendo a fare la Germania per tutta una serie di ragioni fra cui l'euro che impedisce le svalutazioni competitive ai concorrenti europei...."

      Le svalutazzzzionicompetitive, a globbbalizzazione, il debbbitobrutto.... Ti sei dimenticato di citare la corrrruzzione!

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    3. L'errore nel tuo raggggionamento sta nella totale ignoranza di cosa significhi un cambio fluttuante.
      Se i cinesi ti riempiono di merci perché schiavizzano, lo yuan si rivaluta. Quindi le loro merci costano sempre più.
      La vedi la differenza fra un meccanismo dove il più schiavista costringe tutti ad adeguarsi, e un meccanismo dove ognuno è stimolato ad aumentare la domanda interna - ovvero i salari?

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    4. @elu ei ....è ovvio che dissento in todo con Lorenzo ma sullo yuan e la sua quotazione ci sono questioni che a noi comuni mortali evidentemente sfuggono. loro da una 15cina di anni a questa parte stanno facendo la parte di fabbrica del mondo ma il loro cambio non mi sembra rivaluti come dovrebbe?? Geopolitica? Regia e controllo del mercati finanziari da parte di pochi bigs player?? sinceramente diverse cose mi sfuggono e credo sfuggano anche agli economisti di professione. IMHO i mercati finanziari e valutari sono del tutto fuori controllo ed a volte dolosamente scollegati dall'economia reale allo scopo di consentire a pochi immensi profitti a danno delle masse. Ovviamente non ho un paper per dimostrarlo...ma i segnali in tal senso sono sotto gli occhi di tutti

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    5. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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    6. Cosa sia un cambio fluttuante lo imparai quando studiavo per il mio primo esame di economia politica, grazie. Guarda caso, sono 25 anni che la Cina cresce e lo yuan rimane svalutato. Sarà mica che ci sono altri fattori in gioco oltre i meccanismi di mercato?

      A parte queste banalità, il problema è che non solo il cambio, ma ogni variabile economica è fluttuante, e quindi, mettendo in diretta comunicazione i sistemi economici dei Paesi sviluppati e non sviluppati, l'industria e la tecnologia vanno dove c'è lavoro a basso prezzo, e la forza lavoro, cioè le orde di disperati, vanno dove ci sono alti salari e alte tutele. Si innesta così il principio dei vasi comunicanti che ci sta portando alla rovina.

      Eh già, ma queste cose non sono scritte sui blogs dove ti sei alfabetizzato, vero?

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    7. @elu ei. Il commercio internazionale richiede approfondimenti che forse non si possono fare in un blog, nè si possono copiare bovinamente le tesi di Bagnai che dimentica tante cose. E' vero che se la Cina esporta il suo cambio si rivaluta e un po' frena; Ma se i suoi lavoratori lavorano 10 ore al giorno senza garanzie e i nostri 7 ore con diritti (sacrosanti) di vario genere la Cina sarà comunque più competitiva, cambio o non cambio, e infatti ha fatto saltare in aria interi distretti indiustriali nonostante il cambio euro/yuan fosse flessibile e gli altri paesi europei fossero nelle nostre stesse condizioni.

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    8. Credo sia necessario sfatare questa idea riguardo alla Cina Per cominciare gli stipendi sono cresciuti molto piu' di quello che si pensa in Italia.Un operaio nelle zone industrializzate del Guangdong guadagna circa USD 600/700 al mese.
      Se proprio vogliamo parlarne e' piu dei 15 euri diari che guadagnano i raccoglitori clandestini di pomodori con la piccola differenza che non vengono considerati dei Paria.
      La globalizzazione tanto criticata li da voi ha,se pur in parte,rappresentato la fine del colonialismo e quindi la fine del supremazia assoluta dell'occidente sul resto del pianeta cosa questa che ritengo giustissima oltre che intelligente.Chiaro che vista dalla parte di coloro che da questo evento stanno perdendo privilegi e' difficile pretendere che sia amata piu' di tanto
      Il vero tradimento comunque viene dall' Europa che non e'stata capace di creare una zona di difesa comune contro questo inevitabile sviluppo della storia umana.Questo sopratutto grazie alla politiche esportatrice della germania (volutamente minuscola) che ha trasfigurato completamente la visione europeista per cui la Unione era stata pensata..

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    9. Credo che non abbiate mai letto il milione...avete bisogno di un altro Marco Polo......

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    10. Però quello sbadato di Bagnai, che dimentica tante cose, ha pubblicato i dati della bilancia commerciale EU-Cina e, non solo quando li ha pubblicati lui, ma anche da fonti di giornali degli anni successivi, la situazione non sembra drammatica, nel senso che la bilancia è in pareggio. Non solo, ma io vorrei capire, e sono pronto alla blasfemia, a cosa dovrebbe giovare una moneta forte verso lo yuan? Mi sembra una di quelle evidenti panzane che hanno bisogno di due istanti per essere smontate e, certo, con il costo del lavoro cinese c'è comunque da competere, ma non capisco a cosa dovrebbe giovare avere una moneta (e dunque i prezzi all'export) sovrastimata del 30%. Poi, per quello che riguarda la rivalutazione dello yuan, qualcuno che ne sa mi può aiutare, ma siccome sono tra quelli che credono che quasi tutto è possibile, è evidentemente possibil attraverso artifizi della banca centrale tenere forzosamente basso il valore di una moneta: questa è l'accusa che l'amministrazione Usa muove ciclicamente a Pechino, senza poter alzare troppo la voce però.

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    11. Bravo Luca@
      Anche Borghi sollevò la questione yuan in un video dicendo pressappoco le stesse cose.
      Idem il Giappone e la Corea del Sud.

      Bravo Luca. Io purtroppo non ho più la tua stessa pazienza e di fronte a commenti come questo di Lorenzo ormai tendo subito ad aggredire.
      Grazie.

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    12. @ Davide Valentini: hai centrato il problema in pieno.La sinistra ha appoggiato la globalizzazione perché prometteva di delocalizzare il nostro benessere nel terzo mondo. Adesso che il programma è riuscito ha l'inconcepibile ipocrisia di lamentarsi per i poveri lavoratori europei disoccupati (mentre continua a favorire l'ingresso di nuove orde extracomunitarie). Per rimpiattare questa giungla di contraddizioni fa finta che la colpa sia tutta dell'euro e buonanotte.

      Come ciliegina sulla torta questa sinistra si scandalizza se la povera gente, costretta a vivere in quartieri trasformati in casbe, colle case in cui sono stati investiti i risparmi di una vita svalutate del 60% e il terrore di vedersela occupare/espropriare se devono farsi ricoverare una settimana in ospedale, coi figli disoccupati perché i loro... privilegi ora danno lavoro a cinesi e indiani, comincia a capire dove sono i suoi interessi e vota a destra.

      Il "popolo" di cui vi riempite continuamente la bocca vuole benessere e se ne strafrega se i bambini indiani o senegalesi crepano di fame.

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    13. @luca. Scusa, cosa vuol dire che la bilancia commerciale con la Cina è in pareggio? E' in pareggio perchè la Cina usa degli schiavi nelle aziende, probabilmente con qualche diritto in più di prima, ma sempre schiavi sono.
      Altrimenti sarebbe in forte surplus italiano. Tutta la retorica contro l'€ deve essere riproposta pari pari verso la Cina, India Pakistan (se si vuole fare un discorso corretto) e quindi contro la globalizzazione senza regole.
      Il punto è che se tu fai in Italia una azienda che sfrutta i lavoratori, l'Ispoettorato del lavoro (giustamente) ti fa chiudere (anche perchè è concorrenza sleale verso le aziende corrette), se ti sposti in Romania puoi farlo tranqulllamente anzi ti danno pure gli incentivi e poi esporti in Italia.
      E' questa una delle dimenticanze di Bagnai.
      Poi il cambio riequilibra un po' (ammesso che sia lasciato fluttuare) e magari tra 5 anni i diritti dei lavoratori rumeni saranno un po' aumentati. Ma vallo a dire alle industrie tessili di Prato che nel frattempo hanno chiuso.

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    14. Ma è così difficile arrivare al concetto che una cosa è la Ciiiiiiiiiiina, cioè la rappresentazione, intrisa di luoghi comuni, che la vede come un fisso ed immutabile inferno per il popolo che la abita, rimasto invariato da più o meno vent'anni e la Cina? Cioè una nazione che si sta evolvendo e che, nel suo grande, qualche passo lo ha fatto? Solo che a noi, dall'altra parte del pianeta, di questi passi vien detto poco o nulla?
      Certo, è ben lontana dall'essere il paradiso dei lavoratori, ma sono anche un miliardo!
      Avete idea di cosa significhi cambiare le considizioni sociali di un miliardo di persone in una ventina d'anni?
      E comunue, pian piano, le cose si muovono e la domanda interna cresce, anche se l'effetto è, per noi, impercettible.

      Per dire:
      http://thediplomat.com/2015/02/chinas-changing-labor-conditions/

      e per ridbadire:
      http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/14_novembre_24/boom-turisti-cinesi-milano-fa-parte-leone-3f961a12-73ef-11e4-a443-fc65482eed13.shtml

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    15. @Carlo Poltronieri: ma ti riferisci a me? Ma al di là della solidarietà umana a me perosnalmente non me ne importa un piffero di quello che succede in Cina. Poi tra l'altro vorrei capire perchè molti si ritengono possessori della verità mentre gli altri sono vittime di luoghi comuni.
      Io dico che se il ragionamento è: "l'€ ci costringe a svalutare il lavoro perchè la Germania lo fa" allora per coerenza dobbiamo farlo molto di più verso la Cina e sud est asiatico accessorio, dal momneto che con tutti i progressi che vuoi, i diritti dei lavoratori tedeschi sono certamente molto più solidi di quelli dei cinesi. Un anno e mezzo fa Saviano parlava di fabbriche cinesi (non tutte naturaòlmente) che dispongono di manodopera detentua in lager similia quelli dei nazisti. Oppure anche questo è un luogo comune e adesso viene fuori che dopo i notevoli progressi i lavoratori cinesi lavorano nell'intervallo tra un drink e una partita a scopa?

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  10. Condivido in pieno. L'unico dubbio è se Tsipras abbia piuttosto intravisto di poter rimanere (temporaneamente) nell'euro per ricevere gli aiuti senza poi doversi accollare l'onere di una restituzione. Potrebbe aver pensato che, prima di uscire dall'euro, gli conviene prendere tutto quello che può. Ad ogni modo, su queste premesse l'accordo durerà poco. Quando sarà chiaro a tutti l'impossibilità di restituzione, sarà anche la Germania a voler uscire dall'euro e finalmente volteremo pagina.

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  11. Benedetto questo post.
    A contatto perenne con un informazione pietosa, di parte, per non dire disonesta e a senso unico, trovare chi offre una chiave di lettura politica, alternativa al pensiero comune (oltre che lucida e fattibile), di questa situazione è consolatorio e dà speranza.

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  12. Condivido per intero, grazie per la chiarezza.

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  13. Ma se nel 1790 qualche stronzo fosse andato in giro a dire "la 'epubblica nazionale è auto'ita'ia, ci vuole una supe'nazione di quelli che sanno pa'la'e tre lingue pe'ché noi siamo inte'nazionalisti"
    NON LI AVRESTE CURATI ALLA ROBESPIERRE?

    Ma oggi se ne accorgono in pochi, e i gatekeepers possono felicemente pubblicare per le maggiori case editrici, sicuri di essere considerati dai sonnambuli "i più radicali e massimalisti".

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  14. Vi e' per me un lato di questa crisi che deve ancora trovare risposta.
    Perche' malgrado 5 anni di crisi profonda ( e sue drammatiche conseguenze) la grande maggioranza ( sopra il 70% ) del popolo greco dice di voler rimanere nell'euro?
    Possono i media essere stati cosi' influenti o vi sono altri fattori ??

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  15. Va detto che Badiale e Tringali hanno cominciato a criticare l'euro prima che Bagnai scendesse in campo.

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    1. Bagnai ha vampirizzato un sacco di gente

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    2. E quindi Bagnai e' brutto e puzzone e degno di fargli la guerra e diffamarlo. Chissenefrega che ci prenda sempre da quando ha cominciato a far divulgazione. Eh gia' ...

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    3. Va' anche detto che Badiale ha fatto anche dietro-front sulla critica all'€ ed era ritornato a sostenerlo.

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    4. Credo ci sia un errore, forse mi sta confondendo con qualcun altro.

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    5. "Chissenefrega che ci prenda sempre da quando ha cominciato a far divulgazione." ??!!

      Puoi fare qualche esempio ?

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    6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    7. Questo commento rimanda ad un post di Claudio Martini, critico verso le nostre tesi. Non desidero polemizzare con Claudio, voglio solo sottolineare che Fabrizio ed io non ci riconosciamo nelle posizioni che ci attribuisce. Per sapere quello che abbiamo detto in passato su Syriza, e per giudicare se ci siamo sbagliati oppure no, basta leggere qui

      http://www.badiale-tringali.it/2015/06/come-finira-in-grecia-riforme-volute.html

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  16. Rimane il fatto incontestabile che la sinistra, dal PD tutto (renziani, prodiani, margheriti, ex comunisti) per arrivare a Ferrero passando per Vendola e il manifesto, ha imposto la rimozione delle molteplici evidenze scientifiche, prodotte dalla migliore ricerca in campo economico da almeno 50 anni, contro l' unione monetaria europea (da Kaldor a Meade a Dornbush, passando per Krugman e Stiglitz). Questo è il fatto più grave. Quello che fa più male. Anche oggi, di fronte al palese fallimento della unione monetaria e alla tragedia della Grecia, le menzogne peggiori vengono dalla sinistra: greci fannulloni, popolo di baby pensionati, evasori fiscali e così via. Menzogne di Tsipras, menzogne in Italia e in Europa. Alberto Bagnai in assoluta solitudine ha avuto il merito di aprire il dibattito in Italia, con un blog assai frequentato e una associazione (a/simmetrie), divenuti rapidamente luogo di elaborazione culturale e politica, con due libri favolosi e apprezzatissimi, coperto da insulti, menzogne e disprezzo dalla intellighenzia, dai media e dal ceto politico di sinistra. Questa è la verità. Gli intellettuali della sinistra hanno dimostrato sul tema della moneta unica e dell' UE una cecità e una ottusità non comprensibili né giustificabili. Altri autori di valore come Luciano Barra Caracciolo hanno documentato la gravità della lesione dei principi costituzionali e della lettera e dello spirito della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza, ad opera dei trattati europei, fondati sui teoremi del liberismo e del dominio dei mercati, secondo le teorie economiche di Von Hayek. Per il paese si apre quindi un capitolo pesante di perdita di sovranità non solo monetaria, ma democratica, politica, fiscale (Maastricht, Lisbona, fiscal compact...). Questo grave vulnus per l' Italia è stato compreso da politici di destra, come Salvini e Meloni, mentre a sinistra tutti, ripeto TUTTI, a ribadire la fedeltà all' euro e all' unione, come un mantra indiscutibile. Solo Fassina e D' Attorre hanno recentemente e tardivamente aperto la discussione sull' euro con la consapevolezza del ruolo di strumento di classe della moneta europea. Questo è tanto, per la precisione e per amore della verità. Onore al coraggio e alla passione civile di uomini di cultura e scienza come Bagnai, perché con questi uomini e donne potremo ricostruire questo paese distrutto dalle politiche dei falsi europeisti.

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    1. Butto giù 2 considerazioni senza pretesa di risolvere problemi complessi.
      Certo, se l'€ si deve risolvere in una gara a chi svaluta di più il lavoro è una tragedia e per prima si dovrebbe opporre la sinistra.
      Però:
      1.ti pare possibile che in Germania svalutano il lavoro e nessuno dice niente? In italia siamo cloroformizzati dall'informazione in mano alle industrie ma pure i lavoratori tedeschi sono tutti scemi?
      2.La moneta comune rende più facile il commercio. Se tu hai una azienda che compra materie prime o vende il prodotto finito in Francia, un conto è sapere che il tutto avviene in € e quindi puoi fare painificazioni di lungo periodo, un conto è che avviene in Franchi e non sai quanto varrà il Franco tra 2 o 3 mesi, quando il tuo prodotto verrà immesso sul mercato (informare Bagnai sul punto, che se ne è dimenticato).
      3.I trattati erano a conoscenza del rischio di squilibri commerciali tra stati e infatti hanno previsto che non possono protrarsi a lungo (quindi non è che dietro ci fosse la perfida Albione). Perché nessuno chiede alla Germania di ridurre il suo attivo commerciale? Già questo risolverebbe l’80% dei problemi.
      4.A me andrebbe benissimo riprendere la sovranità monetaria e di ogni altro genere come l’Inghilterra. Andrebbe anche bene che la banca centrale italiana comprasse titoli pubblici. Ma tu te la vedi la classe dirigente italiana, per un quarto sotto processo e nominata dalla criminalità organizzata (vedi Cosentino), che può emettere debito pubblico con acquirente sicuro e a tassi bassi o che non è obbligata a privatizzare e liberalizzare? Significa inflazione a manetta e infiltrazione della politica anche per decidere il colore delle mattonelle di casa tua. Questo pure va detto quando si dice che vogliamo riprendere la nostra sovranità. Vogliamo Berlusconi (o il suo successore, quello attuale) che fanno le leggi senza vincoli europei? Pensiamoci….

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    2. Infatti la geniale sinistra ha lasciato questo tema assolutamente vincente ai razzisti ignorante cosi' adesso bruciare i ROM ed essere contrari all'Euro e' quasi la stessa cosa.

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  17. Il problema dell'uscita dall'Euro è al 30% dimostrare che è necessario e al 70% mostrare che è praticamente possibile senza provocare un tracollo del sistema bancario e finanziario. In altre parole il problema non è stanto se ma come uscirne. Fino a quando ci si limita a dire che si convertirà tutto in lire un lunedì mattina, possibilmente organizzandolo in segreto e chiudendo le banche per qualche giorno, non ci sarà mai una maggioranza a favore.
    Come Funziona Veramente il "piano B" per l'italia
    18:01 18/07/15
    http://www.monetazione.it/blog/defaultEconomia.php?topicGroupID=1&idr=123594274#123594274

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  18. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  19. Ci sarebbero tante cose da dire. Mi limito ad una sola (lasciando perdere per un attimo il discorso di fondo sulla moneta unica per economie diverse). Che significa solidarietà, in questo caso con la Gecia, (considerandola come soggetto unitario)? Che tu fai debiti poi io vado a lavorare e li pago io?
    Secondo me solidarietà significa aiutare chi si trova accidentalmente in situazione di bisogno (malattie disgrazie), non chi vive piantando debiti.
    Su questo specifico punto, che Tsipras andasse a pretendere condizioni di favore dopo che il suo paese aveva sperperato la ricchezza degli altri, era ridicolo. E ancora più ridicoli quelli come Varoufakis che “non avrebbero accettato il piano”, ovviamente senza indicare alternative. E i soldi ce li metteva lui?

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    1. ma ancora meglio, tra sei mesi od un anno, quando la Grecia sara' di nuovo in esplosione del debito, grazie al "salvataggio" capestro, chi ce li mettera' i soldi?

      Glielo dico io: NOI. La Grecia fara' default anche sull'esposizione all'ESM, a cui il "salvatore" della patria Monti ha dato 40 Miliardi di € delle nostre tasse.

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    2. "40 Miliardi di € delle nostre tasse" ??!!

      Puoi citare qualche fonte attendibile a conferma della tua affermazione ?

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    3. @Peter

      Ti basta la Banca d'Italia?

      https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/finanza-pubblica/2015-finanza-pubblica/suppl_24_15.pdf

      pagina 3, figura 2.

      E' un grafico, così lo capisci meglio.

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    4. @ Carlo Poltronieri

      Il grafico lo conoscevo già, la mia domanda non verteva sull'entità dei prestiti EFSF e del contributo ESM ma verteva sull'origine di quei miliardi : mi confermi che sono miliardi "delle nostre tasse" ?

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    5. Se il debito non sarà onorato (anche se fosse denaro "stampato ex nihilo"), come in ogni "sana" socializzazione delle perdite, quell'ammontare, debitamente arrotondato, entrerà di diritto nell'insieme dei numeri interi relativi e con il suo bel segno meno davanti sarà quasi tutto a carico della fiscalità generale del paese creditore o verrà pareggiato da tagli di spesa equivalenti.

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  20. concordo con quanto scritto al 100 per cento. La cosa peggiore del referendum è che non solo si è sprecata una occasione magnifica di messa in discussione dell Europa come è concepita dalle oligarchie, ma si è creato il terrore dell uscita dall euro.Non si può negoziare con l Europa senza porre come opzione l uscita dall' euro. Questo vale anche per il nostro premier che in Italia ciancia di fine dell' austerità e poi corre dalla Merkel come uno scolaretto che ha fatto tutti i compiti.ultimamente ho dato un occhiata al blog del Giornale ed incredibilmente Bagnai e' considerato è stimato.Oltre ad essere molto letto, a differenza degli elettori di sinistra che lo vedono come un demonio è che stanno alla larga dai suoi libri e dai suoi articoli.

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  21. Sto cancellando alcuni commenti leggermente aggressivi. Niente di particolare rispetto a quello che si vede in molti altri posti, ma vorremmo che in questo blog si mantenesse il normale livello di educazione che si ha fra persone normali che discutono in un bar, in un dipartimento universitario o in uno scompartimento ferroviario.
    Ricordo inoltre che non pubblichiamo commenti anonimi. Per non essere anonimi non è necessario registrarsi, basta firmare il proprio commento, anche con uno pseudonimo.

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  22. Il sistema euro è riformabile: la linea gotica sarà questa

    I contenuti del post sono condivisibili, ma l'argomento più forte tra quelli che produrranno nei prossimi mesi gli aedi dell' "infrangibilità" dell'euro, per impedire che il vero baricentro del dibattito possa realmente "affiorare", sarà proprio la necessità di riformare l'euro. Hanno già cominciato una campagna "carsica" (poco è emerso nell'informazione mainstream) tutta centrata sulla necessità di agire sugli squilibri macroeconomici, facendo intendere che la chiave per la sopravvivenza dell'euro sia quella.
    E' tardi per mettere in atto tali azioni di "riequilibrio", lo si poteva fare 4 anni fa, forse, ed inoltre, le elite economiche tedesche non sono disponibili ad accettare una seria limitazione dell'export nazionale a favore di una "spinta" ai salari e quindi della domanda interna. Mi conceda una battuta: uscire dall'euro è una mossa giusta ma per i più .......controintuitiva.

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    1. Eh già, però sarei proprio curioso di sapere cosa si inventeranno.

      Perchè per riformare l'euro in maniera che funzioni, i tedeschi dovranno tirar fuori 230 miliardi di € annui di trasferimenti per riequilibrare i conti... (secondo stime dell'economista francese Sapir) salvo un riequilibrio nel tempo, tutto da verificarsi ovviamente.

      Naturalmente i tedeschi secondo loro saranno d'accordo... ahahahah, dopo aver trattato a calci in ... i loro fratelli dell'est voglio proprio vederla la casalinga sveva, il contandino bavarese o l'operaio della Volkswagen tirar fuori tra minori servizi e maggiori tasse qualcosa come 2.804 euro pro capite, quindi molto di più per chi paga le tasse visto che disoccupati e bambini non lavorando non le pagano.

      Secondo me uno delle domande più insidiose a chi pensa di riformare l'euro è questa, riguarda però più l'antropologia e la sociologia.

      Pensate (visto il caso del nostro mezzogiorno, e non solo il nostro visto come è andata a finire la Germania Est) che una perenne dipendenza dal paese guida possa veramente creare nei paesi subalterni una classe politica responsabile che pensi ad uno sviluppo autonomo del paese e non stimoli invece l'innalzamento della linea della palma come diceva Sciascia?

      Riccardo.

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  23. @Anonimo. No, guarda che i tedeschi non devono tirare fuori proprio niente. Basterebbe che pagassero di più i PROPRI lavoratori. In questo modo i loro prodotti perderebbero competitvià i suddetti lavoratori comprerebbero di più anche nerci straniere e le reciproche bilance commerciali si riequilibrerebbero. Il problema dell'€ è appunto questo, che neppure i lavoratori tedeschi se ne avvantaggiano ma solo i capitalisti. Per questo mi risulta strano che in Germania siano tutti contenti. Sarò male informato....

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  24. Articolo lucido che fotografa perfettamente il periodo storico in cui stiamo vivendo e disastrosa situazione da cui, purtroppo, la nostra classe politica sembra assolutamente incapace di tirarci fuori.

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