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giovedì 9 aprile 2015

Una fotocopia ingiallita


Prendo spunto dalla breve discussione che c'è stata fra Fabrizio e Claudio per un'osservazione (la discussione con i vari riferimenti potete ricostruirla partendo dal post di Fabrizio e dal commento di Claudio ad esso). Fabrizio ci fa sapere che i dirigenti della FIOM ritengono che l'avvento di Renzi rappresenti la fine del “riferimento politico” del sindacato. Sia Fabrizio sia Claudio sottolineano l'importanza di questa osservazione, anche se ne traggono conseguenze diverse. In effetti, questa posizione sembra significare che i dirigenti FIOM intendono, per “riferimento politico”, qualcosa come il PD prima di Renzi. E la deduzione logica sarebbe allora che la “coalizione sociale” proposta da Landini serve a preparare qualcosa che assomigli a quello che la FIOM ha perso con l'avvento di Renzi, cioè al PD prima di Renzi (magari un po' più di sinistra del PD di prima di Renzi, almeno a parole).

Il mainstream informativo produce una affabulazione che va nella stessa direzione del pensiero dei dirigenti FIOM, insistendo su un preteso “cambiamento genetico” del PD di Renzi rispetto alle sue “radici di sinistra”. In questo modo, una banale resa dei conti fra contrapposte bande politico-affaristiche (il vecchio ceto dirigente PCI, i nuovi “renziani”) viene nobilitata dai riferimenti ad un patrimonio ideale ormai scomparso da tempo. Su questa affabulazione consiglio di leggere un articolo molto chiaro, firmato "Piemme”, dal sito “Sollevazione”.

A quanto detto da Fabrizio e da “Piemme” voglio solo aggiungere una piccola cosa. Facendo un po' d'ordine in casa, in questi giorni mi sono ritrovato fra le mani fotocopie di vecchi articoli. Fra questi, un articolo di Alberto Statera, dalla Stampa del 9 dicembre 1993 (1993: ventidue anni fa). Grazie a internet, posso tranquillamente buttare via la fotocopia ingiallita, perché l'articolo si trova qui. Ne consiglio la lettura. Si scopre (per chi ancora non lo avesse chiaro) che 22 anni fa era già tutto deciso, con la sinistra che butta via Marx ma anche Keynes, si entusiasma alle privatizzazioni di Ciampi e ne programma altre (che poi verranno compiute dai successivi governi di centrosinistra), Rifondazione che si accoda, e così via.

La conclusione è semplice: il ceto politico di sinistra è da decenni il “riferimento politico” non di chi vuole difendere i ceti popolari ma delle oligarchie che vogliono distruggere i nostri redditi e i nostri diritti. Chi pensa al PD prima di Renzi come al proprio riferimento politico non è in nessun modo affidabile come riferimento di una politica di lotta contro quelle oligarchie. Può certo succedere quello che dice Claudio, cioè che la rottura del rapporto PD-sindacato, voluta dal primo e non dal secondo, spinga in ogni caso una parte del ceto politico-sindacale di sinistra verso territori nuovi. La storia di questi decenni porta a pensare che la probabilità di questo risultato sia piuttosto bassa. La "coalizione sociale" di Landini è la fotocopia ingiallita di una sinistra che è scomparsa da chissà quanto tempo.
(M.B.)










2 commenti:

  1. Tutti sappiamo che Renzi non è altro che il compimento di ciò che è stato elaborato, nell'arco di una generazione, dal PDS-DS-PD. Così, tanto per ridere:

    http://lamicodellabc.blogspot.it/2015/03/massimo-renzi-or-son-ventanni.html

    Proprio questo fatto dovrebbe far riflettere: nella sostanza il PD di Bersani appare identico a quello di Renzi, eppure quest'ultimo sente il bisogno di rompere con la FIOM, cosa che il primo non avrebbe mai fatto. Come mai? Non è questo un fatto notevole e su cui occorre interrogarsi?

    Dopodiché non voglio ripetere quanto già detto in altre occasioni. Invito tutti, davvero, ad aspettare uno o due mesi prima di emettere giudizi, perché in quell'arco di tempo ci saremo tolti ogni dubbio.

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  2. Sono del tutto d'accordo con Claudio sul fatto che fra pochi mesi molte cose saranno più chiare. Credo che adesso si possa prudentemente affermare che certi scenari sono più probabili di altri.

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